Spesso mi sento chiedere se pratico “ipnosi regressiva”… si, ma non è affatto quello che si è portati a credere. L’ipnosi regressiva esiste, è uno strumento terapeutico specifico ma no, non si tratta di scoprire qualcosa a proposito delle vite precedenti.
Regredire, significa “muoversi all’indietro, retrocedere”. Tornare a momenti del passato. Rivivere momenti passati, traumatici o non, può essere sperimentato in psicoterapia ipnotica. L’ipnosi regressiva, o regressione ipnotica, è uno strumento per modificare emozioni e comportamenti appresi in un dato momento. Cambiare il finale di una storia, in particolare dal punto di vista emotivo, può essere risolutivo per modificare un comportamento indesiderato o che genera comunque genera sofferenza. E’ una tecnica dalla quale moltissime terapie hanno mutuato derivazioni più o meno scientifiche. Prima fra tutti EMDR con la tecnica del “Floating back”. Nella psicoterapia ipnotica si fa esattamente la stessa cosa ma senza utilizzare la stimolazione bilaterale tipica di EMDR.
Poi, tutto si può fare, nulla vieta di utilizzare uno stato di coscienza modificato per “accedere” a vite precedenti o a presunti “ricordi” ma questo non ha nulla a che vedere con aspetti scientifici o medici di utilità per un percorso psicoterapeutico.
Ci sono autori, anche rilevanti dal punto di vista medico, che hanno scritto libri molto affascinanti sull’argomento e che utilizzano la regressione come tecnica di “terapia”. Ad oggi, dal punto di vista scientifico non è possibile affermare che tali tecniche siano in grado di curare qualcosa di diagnosticabile come una patologia. Per approfondire l’argomento suggerisco la lettura dei libri di Brian Weiss, in particolare di “Molte vite, un solo amore”.
L’ipnosi regressiva, o la regressione ipnotica, consentono di accedere a stati emotivi molto particolari e di sicuro interesse per cambiare il proprio modo di pensare di reagire e percepire il mondo. In generale i problemi che abbiamo qui e ora, spesso dipendono dalla nostra storia passata, ma si possono molto probabilmente risolvere rimanendo all’interno dei confini temporali della nostra esistenza.