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La mente che mente; fermarla con la mindfulness

Cos’è la mindfulness?

“Clacson, telefono, semaforo, sono in ritardo, radio, guarda quello come guida, che bella vetrina, speriamo di trovare parcheggio…” panorama simile allo stato abituale della nostra mente in mezzo al traffico di prima mattina; attenzione diffusa che diventa preda dei continui stimoli che inondano più o meno consapevolmente i nostri sensi.

pensiero mindfulness di Lao Tse. IL silenzio è il grande rivelatore.

Molte le tecniche di meditazione, la mindfulness e alcuni modelli psicoterapeutici lavorano su questa nostra attitudine a lasciare vagare la mente e invitano a sviluppare la capacità di rimanere nel momento presente; in silenzio! Stare semplicemente concentrati su ciò che stiamo facendo, come un gatto che osserva ciò che lo circonda e lascia correre quello che non lo interessa, senza farsi aspettative, teorie o preoccupazioni. Un felino può farlo perché la sua mente non è capace di compiere un’analisi razionale, di prevedere qualcosa o di rimuginare su ciò che non c’è più. Noi esseri umani al contrario, siamo capaci di pensare al passato e al futuro e contemporaneamente di farci spaventare da uno e deprimere dall’altro; il contrario di un atteggiamento mindfull. Killingsworth e Gilbert, due psicologi americani affermano che “la mente umana è una mente che vaga, e questo ha un costo emotivo“. Secondo una loro ricerca il 46,9% del nostro tempo di veglia è dedicato a pensare ad altro da ciò che stiamo facendo e questa attitudine di non consapevolezza è correlata con un più alto grado di infelicità. Di fatto, secondo la loro ricerca, la capacità di stare nel momento presente è predittiva di felicità. La mindfulness è direttamente correlata con un più alto grado di felicità percepita. La mente che mente è un “accessorio” concesso in esclusiva al genere umano; è ciò che ci rende dotati di capacità uniche sul pianeta. Imparare ad usare la mente razionale per gli scopi per cui si è sviluppata e lasciare alla nostra mente inconscia/automatica solo i compiti più creativi, sembrerebbe quindi una via scientificamente validata per ritrovare l’equilibrio interiore. La mindfulness porta a sviluppare questa specifica capacità di rimanere in silenzio ad osservare e riavvicinarsi così ad una dimensione più sobria, più appropriata al nostro benessere interiore. Non una panacea dunque ma un buon modo, vecchio di millenni e approvato dalla moderna ricerca, per lavorare su se stessi.

A seguire un video con una spiegazione piuttosto efficace di cosa sia l’atteggiamento mindfull e un link ad una scuola di vipassana:

Una scuola di Vipassana, la disciplina da cui è stata estrapolata la mindfulness.